Alla vigilia dell'importantissimo match di Champions League, Federico Chiesa ha rilasciato una lunga intervista al Daily Telegraph, dove racconta la sua vita e il suo rapporto con il calcio.
Riguardo il suo avvicinamento al mondo del calcio, il giocatore della Juventus ha confermato quanto sia stato importante l'appoggio della famiglia: «Non giocavo nelle giovanili della Fiorentina, quindi ho pensato "smettiamola e proviamo qualcos’altro". Ma con l’aiuto della mia famiglia mi sono spinto ad allenarmi più duramente e a far crescere il mio corpo perché ero davvero piccolo e magro. [...] La mia famiglia mi ha aiutato a trovare un’altra opzione se non avessi giocato e quella era la scuola».
Naturalmente, Federico riconosce gran parte del merito al padre Enrico, ex calciatore del Parma e alla madre Francesca: «È stato un grande momento per la mia famiglia portare il nostro nome in tutto il mondo e nella storia del calcio. Io ho sempre detto che non c’era alcuna pressione perché mio padre mi ha aiutato ad arrivare al punto in cui sono oggi e lo ha fatto quando non giocavo nelle squadre giovanili. Ero concentrato solo sul tentativo di realizzare il mio sogno, di giocare in Serie A, e mio padre mi ha aiutato. Il confronto viene fatto ogni giorno. Ma lui era un attaccante, io sono un’ala. Sono arrivato al punto in cui posso dirlo: a destra o a sinistra non importa. [...] Mia mamma mi ha sempre detto che se hai buoni voti a scuola avrai buone prestazioni nel calcio e se hai buone prestazioni nel calcio allora avrai buoni voti a scuola. Sono complementari. Nel mondo moderno l’istruzione è fondamentale. Ti aiuta a superare la pressione dei media, nel mio caso perché sono un calciatore. Sono in grado di razionalizzare le cose. Riesco a tenere la testa dritta e concentrata sulle questioni reali. L’istruzione aiuta a darti questo. Per esempio, sono su Instagram ma non lo uso. A volte lo controllo ma non ce l’ho sul telefono. Non rappresenta la realtà».
Inevitabile un pensiero ai recenti Campionati Europei, nei quali Chiesa ha vinto il suo primo importante trofeo internazionale da protagonista: «È stata una finale fantastica, forse la notte migliore della mia vita. Subire subito gol ci ha lasciato un po’ spaventati perché sembrava strano. Di solito non concedevamo e farlo presto in una finale è stata dura. Ma la nostra umiltà, la nostra mentalità ci hanno aiutato a farcela. L’Inghilterra è stata fantastica e la finale era 50/50. È finita ai rigori e Donnarumma è stato il miglior giocatore, parando due rigori. Voglio dire, si è meritato il premio di migliore in campo! L’esultanza finale? La metà dei giocatori piangeva e l’altro 50 per cento correva per il campo cercando di abbracciare Donnarumma. Ma poi tutti piangevano. Tutti erano pieni di emozione. Un sogno che si avvera».
Un pensiero, Federico lo dedica a Jorginho, suo compagno in Nazionale, ma avversario in Champions League: «È un giocatore straordinario. Spesso quando non ha la palla sta facendo un sacco di "lavoro sporco" per la sua squadra. Ha una grande conoscenza del calcio, in campo e anche fuori perché aiuta gli altri giocatori a capire cosa dice l’allenatore».
Infine, non può mancare il capitolo Juventus, con la quale l'inizio stagione non è stato il linea con «gli standard della Juventus del passato. Sapevo che dopo aver vinto gli Europei ci sarebbe stata più pressione su di me e sui miei compagni di squadra, ma è quello che vogliamo. Ecco perché ho deciso di venire qui. Le richieste sono più alte alla Juve perché vogliamo vincere tutto e quella pressione è il prezzo da pagare. Mi sento diverso? Ero così felice l’anno scorso quando sono arrivato qui per la prima volta e so come Giorgio, Leo, tutti i giocatori, lo staff, il presidente, qual è la mentalità della Juventus. È stato fantastico e lo è ancora adesso. Si tratta di vincere. Non c’è nient’altro. Il fatto di aver vinto un torneo importante con l’Italia mi rende ancora più entusiasta di vincere di più. Ho 23 anni. Ho appena vinto l’Europeo con il mio Paese e gioco con la Juve! Ma, sai, ho tanta fame di vincere di più, di mostrare di più e di dimostrare di più a tutti e a me stesso e di migliorare ogni anno. E ora concentriamoci su mercoledì e affrontiamo il Chelsea che è un avversario molto, molto grande».
0 Comments:
Posta un commento