Nella mattinata di oggi è stata resa nota l'approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Juventus Football Club S.p.A., del progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2021.
Il documento verrà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti, il 29 ottobre 2021, alle ore 10.30, in una riunione presso l’Allianz Stadium.
Dai dati pubblicati, è stata confermata una perdita di circa 209 milioni di euro, per la maggior parte dovuta alla profonda crisi seguita alla pandemia di Covid-19.
Tuttavia, in attesa dell'aumento di capitale di circa 400 milioni di euro già approvato, la pubblicazione dei dati ufficiali è stata l'occasione per spiegare, ancora una volta, il progetto Superlega, ancora in piedi e sostenuto con fermezza da Juventus, Real Madrid e Barcellona.
All'interno del documento, infatti, c'è un paragrafo dedicato proprio alla Superlega e in cui si spiega che "in data 19 aprile 2021 Juventus ha annunciato la sottoscrizione di un accordo con altri 11 top club europei per la creazione della Super League, una nuova competizione calcistica europea, alternativa alle competizioni UEFA, ma non ai campionati e alle coppe nazionali. La competizione sarebbe organizzata e gestita dalla ESLC (European Super League Company S.L.), di cui ciascun Club Fondatore è socio secondo quote e diritti equivalenti, in modo tale che tutto il progetto Super League sia di proprietà esclusiva dei club e non di terzi, creando quindi una coincidenza tra i soggetti che sopportano il rischio di impresa e quelli che gestiscono i diritti audiovisivi relativi alle competizioni sportive".
La parte più significativa del paragrafo è, però, quella finale, in cui la Juventus ritiene che "a oggi non è possibile prevedere con certezza gli esiti e i futuri sviluppi del progetto Super League, della cui legittimità la Juventus rimane convinta”.
Insomma, la battaglia sembra ancora lunga e, dopo l'ipocrita alzata di scudi dei mesi scorsi in difesa del "calcio del popolo", anche altri Presidenti italiani, come Aurelio De Laurentiis, cominciano a rendersi conto di quanto sia necessario un brusco cambiamento di rotta e la creazione di nuove competizioni indipendenti dall'UEFA.
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