L'inizio della stagione della Juventus è stato difficile, forse il più difficile degli ultimi dieci anni, ma i bianconeri sembrano migliorare e carburare partita dopo partita e le due vittorie in una settimana, contro Spezia e Sampdoria, ne sono la prova.
In queste ultime settimane, però, tifosi e addetti ai lavori si sono affannati alla ricerca di una spiegazione di queste inaspettate difficoltà, tirando in ballo ipotesi di ogni tipo. Tuttavia, a nessuno è forse venuto in mente di analizzare i numeri della nuova Juventus di Allegri 2.0 e, soprattutto, quelli dei gol e dei realizzatori.
Certo, con il ritorno del mister livornese è cambiato molto, soprattutto se pensiamo alle rivoluzioni provate prima con Sarri e poi con Pirlo. In tre anni, la Juventus ha dovuto cambiare modulo di gioco, abitudini, tipo di allenamento e i giocatori sono, pressoché, gli stessi dell'ultimo anno di Allegri.
Uno degli assenti è Cristiano Ronaldo che, fino all'anno scorso, calamitava su di sé tutte le attenzioni e segnava gol a valanga. Quest'anno, quindi, i cambiamenti sono stati ancora più profondi rispetto al passato e ciò viene evidenziato chiaramente dai gol segnati dopo le prime sette partite della stagione.
Facendo, infatti, un confronto con la stagione passata, dai numeri dei gol e dai realizzatori, si può forse capire quanto sia profonda e complicata questa metamorfosi bianconera.
Dopo sette partite, l'anno scorso i gol segnati erano stati 13, così distribuiti: 5 Cristiano Ronaldo, 4 Morata, 2 Kulusevski e 1 per Bonucci e Rabiot. Quest'anno, invece, i gol sono stati sempre 13, ma molto più distribuiti, ovvero: 3 per Dybala e Morata e 1 a testa per Cuadrado, Alex Sandro, Kean, Chiesa, de Ligt, Bonucci e Locatelli.
Da questi dati si evince, abbastanza chiaramente, che chi si chiedeva "ora che non c'è più Ronaldo, chi li farà i gol?" ha avuto una risposta molto netta, ma anche e soprattutto il grado di cambiamento che sta coinvolgendo la Juventus.
Per tre anni, i bianconeri hanno giocato al servizio del loro fuoriclasse, adesso sembra stiano tornando a essere una squadra e il fatto che, in sette partite, siano andati a segno giocatori di ogni reparto, lo dimostra anche ai più scettici.
Si tratta, dunque, di un processo lungo e difficile, principalmente perché negli ultimi tre anni la squadra è stata rivoltata come un calzino e poi, perché dopo tre stagioni i giocatori devono resettare quanto fatto e ricominciare da zero.
Si tratta di una possibile chiave di interpretazione del difficile avvio di stagione della Juventus, dettato da una profonda metamorfosi che tutti noi tifosi speriamo dia presto i suoi frutti.
(Marcello Gagliani Caputo)
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