È arrivata in questi giorni la notizia dell’addio al calcio di Mario Mandzukic, l’ex attaccante della Juventus divenuto idolo dei tifosi per il suo attaccamento alla maglia e la disposizione al sacrificio. Con una toccante lettera indirizzata al “piccolo Mario” e pubblicata sui social, Mandzukic ha messo un punto alla sua straordinaria avventura calcistica, vissuta soprattutto con tre grandi maglie, ovvero quella del Bayern Monaco, quella dell’Atletico Madrid e quella della Juventus.
Basta leggere i numeri per capire quanto sia stato importante il croato che, in 17 anni di carriera tra Nazionale e squadre di club, ha totalizzato 582 presenze e segnato 228 gol. Inoltre, ha vinto tutto ciò che poteva, collezionando 9 scudetti tra Croazia, Germania e Italia, 15 Coppe nazionali, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale ed è arrivato secondo con la Croazia al Mondiale di Russia.
In Serie A, l’ex numero 17 della Juventus ha giocato 162 partite e realizzato 44 reti e 17 assist e, ancora oggi, viene ricordato per il gol segnato a Cardiff, nella sfortunata finale di Champions League contro il Real Madrid e che aveva permesso alla Juventus di andare all’intervallo sull’1-1. Per questo, ma non solo, Mandzukic è stato per anni l’idolo delle curve juventine e di tanti tifosi di tutto il mondo, perché espressione in campo di quello spirito che viene spesso riassunto nel motto #finoallafine.
È stato un vero combattente, sempre l’ultimo ad arrendersi, un vero leader silenzioso, ma sempre presente nei momenti clou. Sua la doppietta che, nella (quasi) epica notte di Madrid dell’11 aprile 2018, ha permesso alla Juve di credere nella clamorosa “remuntada” contro il grande Real Madrid di Cristiano Ronaldo e suo, come detto, il gol del pareggio nella finale di Cardiff. A lui sono stati dedicati tanti striscioni, unico guerriero in una squadra di uomini, ma nelle ultime due stagioni in bianconero le sue prestazioni sono andate irrimediabilmente calando, fino al doveroso divorzio dalla Vecchia Signora all’inizio della stagione 2019/20, anche a causa del mancato feeling con il nuovo allenatore Maurizio Sarri. Una velocissima avventura in Oriente e poi l’ultima sporadica apparizione al Milan, infine la lettera d’addio al calcio, non prima, però, di aver presenziato come spettatore alla trasferta di Udine della nuova Juventus di Max Allegri.
“Caro piccolo Mario, mentre indossi queste scarpe per la prima volta, non puoi nemmeno immaginare cosa sperimenterai nel calcio. Segnerai gol nelle fasi più importanti e vincerai i più grandi trofei con i più grandi club. Rappresentando con orgoglio la tua nazione, contribuirai a scrivere la storia dello sport croato”. Parole d’amore verso il calcio, poi alleggerite da un ironico P.S.: “Se ti capita di giocare contro l’Inghilterra nella Coppa del Mondo, tieniti pronto intorno al 109° minuto”, ricordo della storica semifinale vinta sugli inglesi 2-1 ai supplementari proprio grazie a un suo gol.
Ciao Marione e buona fortuna.
(Marcello Gagliani Caputo)
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