Maurizio Sarri: Se questo è un uomo


Che Maurizio Sarri fosse una persona dal carattere quanto meno particolare, lo sapevamo tutti. Tuttavia, le sue dichiarazioni nel dopo partita di Lazio-Juventus hanno lasciato stupiti e indignati i tifosi della squadra bianconera.
 
Basterebbe leggere i numeri della partita di ieri sera per capire che la Lazio non avrebbe neppure meritato il pareggio, eppure Sarri ha recriminato su tutto, a cominciare dai due rigori nettissimi concessi dall'arbitro.

Eccezion fatta per il possesso palla, a favore dei biancocelesti (58% contro 42%), le statistiche parlano chiaro a favore della Juventus che ha vinto il 55,6% dei duelli, ha raggiunto il 62,5% nella precisione dei cross e, soprattutto, ha effettuato 11 tiri in porta (5 nello specchio) contro gli 8 della Lazio (soltanto uno nello specchio).

Nonostante una partita chiaramente dalla parte dei bianconeri, cinici ad approfittare degli errori avversari, Sarri è riuscito a soffermarsi soltanto sugli episodi e a sottintendere favori arbitrali: "Hanno vinto da Juve. Rigorino per il vantaggio, poi fase difensiva bassa e contropiede". 

Poi, ha attaccato direttamente l'arbitro Di Bello: "Il primo rigore mi sembra un chiaro errore del Var. L'arbitro è lì a due metri e il Var è nato per correggere errori clamorosi: l'ho detto a Di Bello, è quello che Gasperini chiama 'rigorino', li danno solo in Italia".


Qualcosa visto, evidentemente, soltanto da lui e da qualche altra manciata di tifosi della Lazio, perché stavolta nessuno, neppure i più agguerriti antijuventini, hanno avuto nulla da dire sulla correttezza delle decisioni arbitrali.

Sarri, evidentemente, sa bene che bisogna sempre lamentarsi quando si subisce un rigore contro la Juve, visto che poi tutti i giornali danno eco alle proteste, perfino quando sono ingiustificate come in questo caso.

È una strategia che molti allenatori e dirigenti cavalcano appena possono, ma per quanto visto ieri, risulta davvero ridicolo e patetico. L'estremo e disperato tentativo di un uomo che serba ancora rancore e rabbia.

Come se non bastasse, poi, Sarri ha voluto metterci il cosiddetto "carico", lanciando l'ennesima frecciata velenosa ai tifosi della Juventus, compresi, naturalmente, quelli che lo hanno sostenuto durante la sua unica stagione sulla panchina bianconera: "Juventus? Sono felice di aver vinto lo scudetto a Torino, della reazione dei tifosi bianconeri non me ne frega niente. Io ho solo lavorato per la Juventus, non sono mai stato juventino".

 

Una pessima caduta di stile che evidenzia, ancora una volta, l'incapacità dell'allenatore di saper riconoscere i meriti degli avversari. 

D'altronde, Sarri è quello dello scudetto perso in albergo e che, spesso, ha accampato scuse a dir poco paradossali, come l'orario delle partite, le ore trascorse tra un match e l'altro e perfino la lunghezza dell'erba del campo di gioco.

Ed è anche colui che, proprio ai tempi della Juventus, ebbe il coraggio di dire nel post di Napoli-Juventus che "sono contento per quei ragazzi, a cui sono e rimarrò legato per sempre. Se proprio bisogna perdere, meglio con loro". 

Il "sarrismo" sarà anche entrato a far parte della Treccani, ma ormai la pochezza dell'uomo Sarri ha surclassato i suoi limiti come allenatore. 

Per fortuna, non è più un problema della Juventus e dei suoi tifosi.


(Marcello Gagliani Caputo)


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