ALLEGRI E QUEL SORRISO FIGLIO DELLA PAURA

 
Atalanta-Juventus è stata una bella partita, combattuta e giocata senza troppi calcoli. Ambedue le squadre hanno provato a vincere e il pareggio, alla fine, è stato il risultato più giusto.

Tuttavia, ciò che rimane negli occhi di noi tifosi juventini non è il gol al 92' di Danilo, né qualche bella giocata del tridente d'attacco, ma il sorriso di Allegri dopo il pareggio bianconero. Un sorriso che spiega tanto dell'annata della Juventus e, soprattutto, dell'approccio dell'allenatore a questa stagione.

Quella festa degna di un gol in finale di Champions League è l'emblema della mentalità allegriana e, soprattutto, la prova che la Juventus era arrivata a Bergamo per ottenere un pareggio, proprio come accaduto qualche settimana fa a San Siro contro il Milan.

A conferma di ciò, poi, sono arrivate le dichiarazioni nel dopo partita del mister che ha ribadito come la Juventus sia ormai fuori dalla lotta scudetto e che questo, secondo lui, andrà all'Inter. Una dichiarazione passata inosservata, ma che è lo specchio del suo atteggiamento fin dal primo giorno che è tornato a Torino.


Una resa in diretta nazionale, un messaggio brutto e pericoloso per tutto l'ambiente juventino che ha spento anche quel lumicino rimasto acceso dopo i recenti risultati. Se ieri la Juventus avesse vinto, la corsa scudetto era ancora apertissima, tenendo conto che Inter e Napoli devono ancora venire a Torino.

Invece, fino a oggi, i bianconeri non hanno vinto nemmeno uno scontro diretto con le prime cinque in classifica. Un dato chiaro e che non può essere ignorato, se si vuole arrivare a una spiegazione delle difficoltà incontrate quest'anno. 

Eppure, ormai da mesi, Allegri continua a ripetere che non c'è storia, non c'è possibilità e che si deve guardare al quarto posto. Dato per scontato che il pareggio di ieri sera non ha blindato neppure questo famigerato quarto posto, visto che l'Atalanta ha ancora una partita da giocare, mi chiedo quali siano, a questo punto, le prospettive in Campionato.

Come si comporterà la squadra sapendo che il suo allenatore, la sua guida, ha già gettato la spugna? Quale potrebbe essere la reazione di un gruppo in difficoltà da mesi, a cui il proprio allenatore tarpa le ali da inizio stagione, predicando "halma" e parlando soltanto di quarto posto? 

Il match di ieri sera era da vincere, i sogni legittimi dei tifosi e le speranze dei calciatori vanno alimentate, se il motto della Juventus è "fino alla fine" non puoi arrenderti, anche quando la realtà non ti è favorevole. 


Allegri ha prima sbagliato la formazione iniziale, sottovalutando l'aspetto fisico del match e poi è andato in confusione coi cambi, buttando dentro giocatori a casaccio soltanto dopo il vantaggio dell'Atalanta, ovvero a dieci minuti dalla fine.

Da inizio stagione, il suo atteggiamento rinunciatario e pessimista sta condizionando ogni partita, siamo passati dal catenaccio anni '80 a un tridente smussato dalla  spasmodica e ossessionata ricerca di un presunto equilibrio.

Checché ne dica Allegri, la stagione della Juventus è ancora tutta da scrivere, bisogna gridarlo ai quattro venti, alla faccia del suo pessimismo. C'è da lottare su tre fronti e la squadra deve fare di tutto per andare il più avanti possibile, credendoci #finoallafine.


(Marcello Gagliani Caputo)


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