Nestor Combin, la folgore

Il legame tra i calciatori francesi e la Juventus è sempre stato molto forte, tanto che a oggi i bianconeri sono il club italiano che ha avuto più giocatori transalpini in rosa. Alcuni di loro, come Platini, Trezeguet e Zidane, hanno lasciato ricordi indelebili nella storia del club e nella memoria dei tifosi, altri hanno fatto parte di gruppi belli e vincenti, come nel caso di Didier Deschamps o di Paul Pogba. 



Nestor Combin: il primo francese a vincere con la Juventus

Tornando indietro nel tempo, quasi alle origini della Juventus, troviamo subito una traccia del passaggio di calciatori francesi a Torino, grazie all'attaccante Arthur Meille, calciatore ventenne arrivato in bianconero nel 1910. In quegli anni, il calcio stava ancora muovendo i primi passi e i Campionati si disputavano tra una manciata di squadre territorialmente vicine, per cui la prima vera partita di Meille con la Juventus avviene un anno più tardi, l’8 ottobre del 1911 nel derby della Mole col Torino, perso per 2-1. 

Nella sua prima e unica stagione con la Juventus, l’attaccante francese colleziona 11 presenze e 2 reti, ma apre la strada a una "tradizione" che soltanto 50 anni più tardi comincia a prendere forma, grazie all'arrivo in maglia bianconera di Nestor Combin, detto “La folgore”. Argentino naturalizzato francese e, ancora una volta, centravanti come il suo predecessore, il calciatore arriva a Torino a 24 anni, all’inizio della stagione 1964-65, acquistato dall’Olimpique Lione. Fin dalla preparazione estiva, Combin mette in mostra le sue caratteristiche peculiari, ovvero velocità e potenza. Tuttavia, la prestanza fisica non è accompagnata da una mentalità da sportivo, così come avrebbe scritto, anni più tardi, Vladimiro Caminiti: «Un talento selvaggio e un destro belluino [...], dalla natura selvatica, per la scarsa aderenza al copione, l'incapacità a riflettere in campo, l'insofferenza negli allenamenti. Selvaggio e orgoglioso, irriducibile ad uno schema corale [...]».

Il mix di talento e sregolatezza, attirano su Combin le attenzione di giornali e tifosi bianconeri, i quali non ci mettono tanto a innamorarsi di questo impetuoso calciatore dal carattere burbero ma dai colpi micidiali. Dopo le prime uscite con la maglia della Juventus, la stampa lo descrive come un giocatore che «ha un fisico che sa farsi rispettare in area avversaria, non teme la lotta e i contatti con l’avversario, va dentro senza esitazione ed è in continuo movimento, sempre alla ricerca dello smarcamento».


Leggi anche: John Hansen, la "gazzella" danese


Il debutto e gli infortuni

Il debutto ufficiale in maglia bianconera di Nestor Combin arriva il 6 settembre 1964, nella trasferta di Coppa Italia contro l’Alessandria, vinta dalla Juventus per 2-1. Tuttavia, l’inizio del centravanti francese non è affatto facile, perché non riesce a calarsi con facilità nella nuova realtà e stenta a trovare l'armonia con i compagni di reparto. A peggiorare la situazione, arriva anche un infortunio che lo costringe a rimanere fuori dal campo per diverse partite. La pausa, probabilmente, serve a Combin per ambientarsi meglio e per trovare il giusto equilibrio che gli permette, al rientro, di dimostrare tutte le sue qualità. Non passa, dunque, molto tempo prima che l'allenatore Heriberto Herrera si renda conto della sua importanza, così lo investe di nuove responsabilità (Combin diventa il primo rigorista della squadra) e lo promuove a titolare inamovibile. La risposta del francese non tarda ad arrivare e il 13 dicembre del 1964 è protagonista dell'entusiasmante match contro il Milan capolista che, arrivato a Torino nella speranza di allungare sui cugini interisti, si trova davanti una Juventus fiera e combattiva che, proprio grazie a una rete di Combin, si porta in vantaggio dopo 3 minuti della ripresa. Nonostante la furente reazione dei rossoneri che ribaltano il risultato tra il 59' e il 78', i bianconeri agguantano il pareggio a tempo ormai scaduto e rinviano i sogni scudetto degli avversari. La prova maiuscola di Combin non passa inosservata e il centravanti prosegue il suo momento di gloria, permettendo alla Juventus di recuperare posizioni in classifica e di attestarsi al terzo posto, dietro Milan e Inter. Proprio nel momento più delicato della stagione, la sfortuna si accanisce di nuovo contro Combin che, il 31 gennaio del 1965 durante la trasferta a Cagliari, si rompe il perone. Senza più il suo attaccante centrale, la Juventus fa fatica a reggere la corsa delle rivali, ma riesce ad arrivare in fondo alla Coppa Italia e alla Coppa delle Fiere. 


La vittoria della Coppa Italia e la prima finale europea

Quando Combin rientra in campo il 7 aprile del 1965, in occasione di Lecco-Juventus 0-2, partita valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia, i bianconeri sono ormai fuori dalla lotta scudetto, ma possono ancora dire la propria sia nella coppa nazionale sia in Europa. Tornato titolare al centro dell'attacco juventino, Combin mette la sua firma in diverse importanti occasioni. In Coppa delle Fiere, è autore del gol del vantaggio contro l'Atletico Madrid (poi vittorioso per 3-1), mentre nella gara di ritorno trascina i compagni nell'impresa di restituire il risultato agli avversari (sua la rete del 2-0) e, infine, è tra i migliori in campo nello spareggio vinto dalla Juventus ancora per 3-1.

Nonostante la grande impresa, i sogni dei bianconeri si infrangono in finale, dove la Juventus viene sconfitta di misura dagli ungheresi del Ferencvaros che si impongono a Torino per 1-0. Un match stregato da molti punti di vista e in cui proprio a Combin viene annullata una rete per fuorigioco. La consolazione, tuttavia, non tarda ad arrivare e due mesi più tardi la squadra di Herrera vince la quinta Coppa Italia della sua storia. Pur non segnando, Combin è, ancora una volta, uno dei migliori in campo, ma ciò non impedisce alla società di deciderne la cessione al Varese in quella stessa estate. Una separazione a sorpresa che sembra spegnere la carriere del francese in modo prematuro, ma che, in realtà, gli permette di riscattarsi sull'altra sponda di Torino. Dopo la brevissima parentesi a Varese, Combin si trasferisce in maglia granata dove resta per 3 stagioni e colleziona 82 presenze e 27 reti, vincendo un'altra Coppa Italia. 


Ti può interessare: Felice Borel II, il "Farfallino" del gol


La finale intercontinentale con il Milan

Grazie alle prestazioni con la maglia del Torino, Combin attira le attenzioni del Milan che lo acquista nella stagione 1969-70. È il Milan di Rivera e Trapattoni, di Cudicini e Prati, fresco Campione d'Europa e pronto a giocarsi la Coppa Intercontinentale contro gli argentini dell'Estudiantes. Nel match di andata dell'8 ottobre 1969 Combin realizza la rete del 3-0 finale, ma nella gara di ritorno vive una vera serata da incubo. Al suo arrivo in Argentina, l'attaccante rossonero viene accolto al grido di "traditore" e "disertore" e, una volta cominciata la partita, è oggetto di un'autentica caccia all'uomo. Al 22' del secondo tempo, il giocare dell'Estudiantes Aguirre Suarez approfitta della confusione seguita a un fallo subito da Rivera e colpisce con un pugno al volto e una ginocchiata Combin. Il francese, svenuto e sanguinante, è costretto a uscire dal campo, ma purtroppo per lui le sue disavventure non sono finite, perché al termine del match vinto inutilmente 2-1 dall'Estudiantes, la polizia argentina irrompe nello spogliatorio rossonero e lo arresta con l’accusa di non aver svolto il servizio militare in patria. La terribile trasferta si chiude, così, con una notte in cella e il ritorno in Italia la mattina seguente, in compagnia della Coppa Intercontinentale. 

(Marcello Gagliani Caputo)

0 Comments:

Posta un commento