Nel mondo del calcio, ci sono poche figure che riescono a lasciare un'impronta duratura sia come giocatori di spicco che come leader fuori dal campo. Se poi devono farlo nella Juventus, la squadra più titolata e tifata d'Italia, allora si varca la soglia della leggenda. È il caso di Giampiero Boniperti, indubbiamente una delle figure più conosciute e amate all'interno dell'universo Juventus. La sua straordinaria carriera in bianconero, prima come giocatore e poi come Presidente, lo ha portato nel cuore dei tifosi, oltre che nella storia del calcio italiano.
4 luglio 1928: Nascita di una stella
Nato il 4 luglio 1928 a Barengo, in provincia di Novara, Boniperti inizia la sua carriera calcistica tirando i primi calci al pallone nel Barengo e poi nel Momo Novarese, fin quando nel settembre del 1946, entra nel settore giovanile della Juventus, anche grazie all'intervento del suo grande amico Egidio Perone.
Appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, l'Italia è un Paese da ricostruire e anche il calcio ricomincia a muovere i primi passi dopo lo stop forzato causato dai bombardamenti. All'interno del movimento calcistico, c'è grande voglia di riscatto e per molti giovani è l'occasione di mettersi in luce e dare il via a una carriera che promette di portarli in alto. Boniperti è uno dei ragazzi migliori e già al suo debutto, dimostra di avere rare doti di attaccante e un talento innato che presto lo spingono a diventare uno dei leader della squadra giovanile della Juventus.
Non passa molto tempo prima che l'allenatore della prima squadra, Renato Cesarini, si accorga di lui e, così, Boniperti fa il suo debutto tra i "grandi" il 2 marzo 1947, nella sfortunata sconfitta casalinga contro il Milan per 1-2. In una squadra in lenta ricostruzione, Boniperti non si lascia sfuggire le poche occasioni che gli vengono date e già al termine della sua prima stagione tra i professionisti, realizza 5 reti in 6 partite.
Inevitabile, dunque, che già la stagione successiva, Boniperti diventi il centravanti titolare della Juventus e riesce nell'impresa di giocare tutte le partite del Campionato e si laurea, ad appena vent'anni da compiere, capocannoniere della Serie A con 27 gol, superando campioni ben più navigati del calibro di Valentino Mazzola e Guglielmo Gabetto.
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Successi come giocatore
Anno dopo anno, successo dopo successo, Boniperti diventa il simbolo di una Juventus di nuovo bella e vincente. Nel suoi 15 anni di militanza in maglia bianconera, l'attaccante vince 5 scudetti e 2 Coppe Italia ed è protagonista di uno dei decenni più felici per la Juventus. Il primo scudetto arriva nella stagione 1949-50, dopo quindici anni dall'ultimo successo e all'indomani della tragica scomparsa del Grande Torino, di cui la Juventus raccoglie il testimone, mantenendo il titolo in città e lanciando proprio Boniperti tra le maggiori stelle del Campionato.
Insieme a Charles e Sivori, il centravanti juventino forma presto un tridente diventato leggenda e che, ancora oggi, viene portato da esempio per l'ideale fusione di talento, fantasia, forza fisica e intelligenza tattica. Con 170 gol realizzati con la maglia bianconera, Boniperti è secondo soltanto ad Alessandro Del Piero (290 gol), ma viene soprattutto ricordato per la sua straordinaria eleganza e correttezza in campo, nonché per la capacità di segnare gol importanti e, spesso, decisivi, per le vittorie della Juventus.
Uno stile unico
Ciò che, fin dagli esordi con la maglia della Juventus, distingue Giampiero Boniperti dai compagni e dagli avversari, è la sua capacità di muoversi sul campo con intelligenza e abilità. La sua eleganza, inoltre, non è soltanto rappresentata in campo dai "boccoli" biondi che gli costano il soprannome di "Marisa", affibbiatogli da Benito Lorenzi, calciatore dell'Inter dal 1947 al 1958, ma dalla sua grande lealtà e sportività. Il 26 maggio del 1949, infatti, appena ventidue giorni dopo la tragedia di Superga, Boniperti decide di indossare la maglia dei rivali storici del Torino in occasione di una gara amichevole per raccogliere fondi a favore delle famiglie delle vittime del disastro aereo.
Lungo tutta la sua carriera con la maglia della Juventus, Boniperti si dimostra un uomo e un calciatore davvero speciale e, in particolare, un attaccante in possesso di tutte le più importanti qualità di un bomber spietato, ovvero astuzia, tecnica e, soprattutto, innato senso del gol. Inoltre, con il passare degli anni, il centravanti non rimane indifferente al tempo e grazie alla sua straordinaria intelligenza tattica, unita a una consapevolezza sempre più profonda, decide di cambiare ruolo, sia per mettersi alla prova sia per trovare un modo diverso di essere utile alla Juventus. Dunque, da attaccante si trasforma in un centrocampista di talento, giostrando dietro le punte e regalando assist pregevoli alla nuova coppia d'attacco Sivori-Charles.
Un percorso che lo accompagna fino alla conclusione della sua carriera, che giunge il 10 giugno del 1961, quando Boniperti gioca l'ultima partita con la Juventus. L'occasione, tuttavia, non è quella che il calciatore avrebbe sperato, visto che la squadra avversaria, l'Inter di Angelo Moratti, manda in campo i ragazzi della Primavera in aperta polemica proprio contro i bianconeri e la ripetizione della partita. Al termine del match, vinto per 9-1 dalla Juventus, Boniperti esce dal campo amareggiato, proprio per non aver potuto chiudere al meglio la sua favola calcistica.
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La Presidenza di Boniperti
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ed essere subito entrato nei quadri diregenziali della Juventus, nel 1971 Giampiero Boniperti prende le redine della società e diventa Presidente. Sono anni difficili, in cui il calcio è, ancora una volta, in una fase di grande cambiamento, sia grazie al nuovo assetto che si danno alcune società, soprattutto quelle più importanti, sia per il nuovo modo di giocare al calcio.
L'obiettivo di Boniperti è proseguire il percorso interrotto da calciatore, ossia la ricerca ossessiva della vittoria. Dunque, la sua strategia è subito chiara e punta all'acquisizione dei maggiori talenti che il calcio italiano può offrire. In pochi anni, arrivano a Torino giocatori del calibro di Franco Causio, Gaetano Scirea, Antonio Cabrini, Claudio Gentile, Marco Tardelli e Paolo Rossi.
Fin dai primi mesi dal suo insediamento, Boniperti dimostra di avere le idee molto chiare e chiama in panchina un altro ex calciatore, ossia Giovanni Trapattoni, con il quale forma una coppia che sarebbe stata alla base dei trionfi della Juventus. Insieme, i due costruiscono una squadra senza rivali e fanno incetta di titoli, sia in Italia sia in Europa. Oltre agli scudetti, infatti, i bianconeri vincono, finalmente, anche oltre confine e portano a casa, in ordine, Coppa UEFA (1977), Coppa delle Coppe (1984), Coppa dei Campioni (1985), Supercoppa UEFA (1985) e Coppa Intercontinentale (1985).
Mai un ciclo di vittorie così clamoroso ha visto protagonista un Presidente di calcio (bisognerà aspettare i tempi del Milan di Silvio Berlusconi), ma Boniperti dimostra di avere una conoscenza del calcio e della Juventus come nessun altro. Come lo era in campo, anche dietro la scrivania si dimostra un uomo serio e che ha a cuore il destino della Juventus. Pur in una gestione considerata da alcuni al limite del dittatoriale (contratti firmati in bianco e indicazioni anche per lo stile personale dei giocatori), Boniperti riesce a costruire una società forte e vincente e, soprattutto, lancia sul palconoscenico molti dei calciatori protagonisti del Mondiale di Spagna del 1982.
Dopo aver lasciato l'incarino nel dicembre del 1990, anche in seguito alla rivoluzione firmata Montezemolo-Maifredi, Boniperti non esita a tornare al capezzale dell'ammalata pochi anni più tardi, quando riprende le redini della società (e con lui Giovanni Trapattoni), nella speranza di riportare in alto la Juventus. Un breve ciclo che porta a Torino un'altra Coppa UEFA e che chiude un'esperienza che ha segnato la storia della Juventus.
L'eredità duratura
L'eredità di Giampiero Boniperti è, ancora oggi, profondamente intrecciata con la storia della Juventus. Il suo impatto come giocatore e come Presidente ha influenzato l'identità e i valori del club e gli ha permesso di diventare uno dei più importanti del mondo. La sua dedizione, la sua passione e la sua leadership hanno ispirato giocatori e tifosi a livello globale, tanto che l'immagine di Boniperti rimane ancorata nelle memorie di tutti, anche dei semplici appassionati di calcio, perché considerato un simbolo di grande onore e dedizione alla maglia bianconera.
La storia d'amore tra Giampiero Boniperti e la Juventus è una testimonianza straordinaria di come un campione (in campo e fuori) possa lasciare un'impronta duratura in un club di calcio. La sua abilità nello svestire i panni del giocatore di talento per indossare quelli del leader fuori dal campo ha contribuito a plasmare la Juventus in un modo unico e riconoscibile. Oggi la sua eredità perdura attraverso i trionfi e i valori che lui stesso ha contribuito a rappresentare e a tramandare alla squadra e ai suoi sostenitori.
(Marcello Gagliani Caputo)
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