Tre punti a Milano che fanno sognare... lo scudetto?

Dopo la vittoria a San Siro contro il Milan, attorno alla Juventus si è scatenato un rinnovato entusiasmo, soprattutto da parte dei tifosi che, ora, parlano nuovamente di scudetto e di squadra all'altezza. In realtà, si tratta dell'ennesimo "elastico" che, negli ultimi tre anni, ha caratterizzato le stagioni dei bianconerti, tra alti e bassi e brucianti delusioni.


L'1-0 conquistato con i rossoneri non è quel risultato grandioso di cui molti parlano e straparlano, ma soltanto un fatto del tutto casuale, frutto di un autogol e di una partita giocata in superiorità numerica per un tempo e mezzo. Fino all'espulsione di Thiaw, si era vista la solita Juventus tanto cara ad Allegri, ossia con il pullman davanti alla porta e contropiede vecchio stile. La porta bianconera non è capitolata soltanto grazie a un paio di miracoli di Szczesny e nemmeno in 11 contro 10, i bianconeri hanno cambiato marcia e approccio al match. 

Fino al gol fortunoso di Locatelli, la Juventus ha giocato chiaramente per portare a casa lo 0-0, come d'altronde aveva già fatto a Bergamo, e soltanto un episodio favorevole poteva dare una scossa alla partita. Una volta in svantaggio, il Milan si è dovuto sbilanciare ancora di più e soltanto a questo punto, i bianconeri hanno potuto giocare come volevano fin dall'inizio, andando anche vicini al secondo gol. Tutto ciò, però, non cancella quanto visto prima, ovvero il solito orribile spettacolo di noia, passaggi indietro, attaccanti impegnati a fare i terzini e 10 dietro la palla.  

Ora, complice un terzo posto in classifica a soli due punti dall'Inter capolista, molti tifosi e giornalisti sono saliti nuovamente sul carro, sbandierando cambi di rotta, nuove identità, capolavori tattici di Allegri e amenità simili, dimenticando in fretta ciò che è stata la Juventus fino a pochi giorni fa. Non basterà certo una vittoria a San Siro contro un Milan evanescente a fare dei bianconeri i nuovi pretendenti allo scudetto, tuttavia, nella mediocrità generale della Serie A, il non-gioco di Allegri potrebbe perfino bastare. 

Siamo di fronte a una situazione surreale destinata, con tutta probabilità, a prolungarsi per qualche altro mese, fino a quando le differenze tra le squadre si faranno più marcate e i veri valori delle rose e degli allenatori verranno a galla. Probabilmente già a Natale capiremo davvero se questa brutta Juventus, priva di un'identità, di una guida e di orizzonti, sarà davvero in grado di combattere per il titolo. Nel frattempo, lasciamo che i soliti tifosetti sotto incantesimo continuino a credere che il calcio sia "una cosa semplice". Tanto, come piace dire a tanti, "a maggio faremo i conti".


(Marcello Gagliani Caputo)

0 Comments:

Posta un commento