Contro il Genoa di Gilardino la Juventus ha bruscamente frenato nella corsa scudetto, complice anche la successiva vittoria dell'Inter a Roma con la Lazio, che le ha permesso di portarsi a +4 sui bianconeri. Il pareggio di Marassi sintetizza un po' quella che è la Juventus da tre anni a questa parte, ovvero da quando sulla panchina è tornato a sedersi Massimiliano Allegri. In campo, infatti, si è vista una squadra smarrita che, dopo essere andata in vantaggio, ha lasciato strada agli avversari, permettendogli di pareggiare e senza essere capace di reagire in alcun modo per provare a vincere.
Il secondo tempo della partita è stato uno dei più brutti dell'ultimo periodo, reso ancora peggiore da alcuni episodi molto sfavorevoli e che hanno visto protagonisti arbitro e Var, ancora una volta deficitari. Tuttavia, questo è l'ultimo aspetto di cui preoccuparsi, perché la cosa più allarmante è stata la prestazione deludente e senza mordente di tutta la squadra che, quando non aiutata dalla fortuna, sembra sempre smarrirsi.
Discorsi vecchi di tre anni, direbbe qualcuno a ragion veduta, visto che la cosa si ripete ciclicamente: una serie di "belle" partite, un filotto di vittorie, qualche clean sheet e poi la frenata o, peggio, la caduta. A tratti sembra di essere rimasti intrappolati in uno di quei film in cui la giornata si ripete all'infinito, perché vediamo sempre le stesse cose, compresi gli attacchi isterici ai calciatori, agli arbitri e alla Federazione. Se prima era Morata a essere un brocco e un incapace, adesso lo è Vlahovic, se fino a qualche settimana fa Locatelli sembrava un punto fermo del centrocampo, ora è diventato un bidone. Soliti discorsi da tifosetti che di calcio, purtroppo, ne capiscono sempre di meno, ormai stregati da un allenatore diventato una star da reality show.
Tutti a guardare il dito e nessuno in grado di andare oltre e di riconoscere che questa Juventus porta in sè un difetto genetico, un fattore penalizzante che ha un unico nome: Massimiliano Allegri. Eh sì, perché, alla fine, è sempre lui la discriminante nella stagione della squadra, perso ormai nei suoi deliri e nelle sue ossessioni che non lasciano spazio a una seria ricostruzione della Juventus.
E, cosa più grave, ne stanno facendo le spese tanti ottimi giocatori che diventano, improvvisamente, irriconoscibili e i giovani che continuano a essere sacrificati nel nome di un'ideologia ormai fanatica e fondamentalista. A gennaio, probabilmente, ne vedremo partire qualcuno, magari per raccattare i soldi utili a comprare qualche trentenne o gli scarti delle altre grandi squadre, purché esperti e, magari, propensi a difendere.
Con l'Inter a +4 e, al momento, squadra davvero granitica, non c'è più spazio per altri passi falsi, bisogna giocarsela fino alla fine, anche combattendo contro il fattore Allegri e contro quella frangia di tifosi che, vittime di una sorta di sindrome di Stoccolma, ormai non amano più la Juventus ma l'Allegrentus.
(Marcello Gagliani Caputo)
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